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PRESS

I GIORNALI PARLANO DI ME...

Doppio Jazz - Intervista alla giornalista e critico musicale Lorenza Cattadori

tratto dall'intervista a Lorenza Cattadori, giornalista e critico musicale

D Come penultima domanda, forse banale, ti chiedo una tua top five o top ten dei jazzmen più amati…

R Ma proprio nulla di banale! Ti compilerò volentieri un elenco e, benché preferisca di gran lunga l’opzione top ten, non è comunque abbastanza per contenerli tutti – soprattutto i musicisti italiani che amo – così come probabilmente banali – o terribilmente déjà écouté – troverai i nomi che la compongono. Ma tant’è. In primis, l’elenco non va dal più amato al meno amato. Li adoro tutti nella stessa misura: Charles Mingus, Roy Hargrove, Franco D’Andrea, Michel Legrand, Thelonious Monk, Carla Bley, Bill Evans, Wayne Shorter, Claudio Fasoli, Miles Davis.


D E, se ti va dei tre dischi da isola deserta….

R Solo tre miseri dischi sull’isola deserta? Va bene, me li farò bastare e mi porterò quelli che davvero non mi annoiano mai, nemmeno al centesimo ascolto: ci saranno l’immancabile “Kind Of Blue”, “We Wonder” del Fabrizio Bosso Quartet – il cui ascolto è costantemente una scoperta – e un disco piccolino e inconosciuto, di un’altrettanto non abbastanza frequentata cantante: una di quelle mai gnauline e affettate che non ti annoia e anzi evoca e diverte: “You and My Soul” di Carola Cora. Certo che tre sono proprio pochi… Come riserva metterò “Prana Dance” di Tom Harrell.
                                            di Guido michelone
Intervista completa

LA STAMPA - Jazz tutto al Femminile

Il primo appuntamento prevede l'esibizione del “Cora Chiara Quartet” composto da Carola Cora, Fulvio Chiara, Nicola Muresu, e Paolo Franciscone

Saint – Vincent. Un concerto ogni settimana è l’occasione per ascoltare nomi conosciuti e “nuove entrate” del panorama nazionale….

Il palco vedrà infatti sfilare le migliori voci femminili del jazz italiano nel corso di una rassegna che porta appunto il nome di “Jazz Ladies”. Un occasione per ascoltare nomi conosciuti e nuove entrate del panorama nazionale, ascoltando, nel calore che è tipico di questo genere musicale, le acrobazie vocali di grandi artiste. Ogni cantante sarà accompagnata da formazioni diverse composte da celebri musicisti internazionali e improntate a un gusto personale impreziosito da originali arrangiamenti….. La manifestazione prende il via con il Cora Chiara Quartet….

Sotto le Stelle del Jazz Ma occorre fare gli americani?

Non manca chi sostiene che, se i protagonisti dei concerti di jazz non sono americani, o meglio afroamericani,la stagione è “di basso livello”, perpetuando così un concetto esterofilo che ha sempre caratterizzato il mondo musicale italiano. E danneggiando non poco chi, nato nella penisola, da anni ha ormai saputo ampiamente dimostrare che il jazz italiano, con i suoi notevoli solisti, ha saputo affrancarsi dalla dipendenza stilistica straniera.

Lo dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, il successo che i nostri musicisti ottengono in ogni situazione…. Com’è il caso di Furio di Castri alla Contea, del trio Penna_Mari-Petracca alle Ginestre, del Confusion Quartet al Sottovove e del jazz vocale di vocalist come Carola Cora che, con Fulvio Chiara, inaugurano questa sera la nuova stagione jazzistica….

di G.C. Roncaglia

Il Canto diventa Terapia

C’è chi da piccola sogna di diventare ballerina, medico, poliziotto. Carola Cora, cantante jazz torinese, non solo sognava di diventare una cantante, ma "già a cinque anni sapevo che l'avrei fatto". Amante dei Pink Floyd, dei Genesis e del rock in genere, scopre nel jazz la sua vera anima e inizia un lungo percorso che la porta a una conoscenza molto intima della sua persona e delle sue capacità.

"Ho lavorato come assistente al direttore della Pininfarina - racconta Carola - grazie a un periodo di insegnamento alle elementari ho capito che la mia vera passione è insegnare". Nei corsi o nelle lezioni private che tengo-continua-il mio obiettivo è quello di far venir fuori quello che la persona è". Carola infatti, oltre ai concerti (nel 2008 è uscito il suo ultimo disco) ha affinato un suo metodo di insegnamento che propone a tutti sia a professionisti ma anche solo a persone che amano cantare. "Da sei anni organizzo corsi di uso della voce in cui chi vi partecipa scopre se stesso e impara a esprimersi". Una sorta di terapia di grupo dove, grazie alla condivisione della musica, chi canta capisce i propri limiti e le proprie particolarità divertendosi.
Futura
di Sabrina Roglio

L'Anima 'Nera' della Musica nella Notte che apre 'Moncalieri Jazz'

Moncalieri jazz’, capitolo uno. La serata di sabato ha dedicato l’esordio alla seconda ‘Notte Nera del jazz’, kermesse dedicata allo spettacolo di strada e all’enogastronomia locali. Ospite d’onore la musica, il pomeriggio trasforma il centro di Moncalieri in un’eco di strumenti e voci. A partire da piazza Caduti per la Libertà, si susseguono infatti i punti d’ascolto con i concerti all’aperto e gli aperitivi in musica all’interno dei locali. Il percorso attraversa tutto il centro storico da via San Martino fino a piazza Vittorio Emanuele – dov’era allestito il palco per il concerto della serata – e poi giù da via Santa Croce.

Suggestiva la performance di Carola Cora, che ha dato voce al quartetto composto da Pippo Colucci (tromba) Andrea Ravizza (pianoforte) Loris Bertot (contrabbasso) e Gianpaolo Petrini (batteria). Dal balcone proprio sopra l’arco che segna l’ingresso di via San Martino, intercala lo spettacolo con i commenti musicali a proposito della rassegna e racconta il concerto del suo gruppo con intemezzi fatti di racconti personali, storia della sua carriera musicale, commenti sui pezzi presentati. Ne nasce una sorta di prosa musicale, che parla agli spettatori di storie e sapori del mestiere calamitando l’attenzione dentro la musica attraverso la persona. «Cantare qui è una grande emozione – dichiara – ed è quel che amo di più fare: emozionare con la mia voce». 

Pagina.to.it
di Ilaria Morbidini

Il Corsivo - La Torinese Carola Cora

Come preannunciato, verrà proposta una formazione diversa che riscalderà la platea….Un’opportunità per ascoltare quanto di meglio la scuola del canto jazzistico in Italia esprima oggigiorno…. Una buona occasione dunque per ascoltare artisti quali Tiziana Ghiglione, Laura Fedele, Elena Roggero, Francesca Oliveri, Silvia Pellegrino, Flora Faìa, Lucia Minetti, Carola Cora, Renata Tosi, Adriana Barberis….

Carola Cora nata a Torino il 16 marzo 1968, ben inserita nel mondo vocale jazz, partecipa come free-lance in gruppi formati da musicisti di fama nazionale ed internazionale quali Palmino Pia, Fulvio Albano, Claudio Chiara, Enzo Zirilli, Luigi Tessarollo, Gianni Negro ed altri ancora. Ha partecipato al Festival di Saint - Raphael in Francia.

di Gian Carlo Roncaglia

La Repubblica - Primavera la Stagione ideale per Cantare

Nuove sensazioni...giovani emozioni...si esprimono purissime...in noi”(L.Battisti). Primavera , la stagione del rinnovamento e della trasformazione , in cui da bruchi si vuole diventare farfalle , e quella voglia di sentirsi liberi che sprigiona una vibrazione potente , una spinta da cogliere per stare bene...E’ il momento in cui si desidera alleggerirsi, purificarsi ed esprimersi , e con tutto ciò che la Natura ci offre questo è possibile ad incominciare dall’uso della voce con il canto. Non esiste tradizione che non sia legata alla voce, lo yoga ad esempio prevede il canto vedico come parte integrante della pratica, insieme alla meditazione, alla concentrazione sui mudra, ed anche la tradizione taoista implica la recitazione di suoni in risonanza con l’energia dei meridiani.

Ma non occorre andare in Oriente o essere “superzen “ per esplorare il legame tra la musica e le pratiche psicofisiche: in Sicilia, in Sardegna, ma anche nel cuore dell'Italia arrivando sino alle Alpi si canta e si è sempre cantato per accompagnare il duro lavoro, per vincere la paura, per darsi forza e, anche quando il cantare non ha una risonanza terapeutica esplicita, di fatto aiuta l'essere umano, lo sostiene e lo anima. Cantare ha benefici sociali, fisici ed emozionali sbalorditivi, ma pensare alla voce come ad uno strumento potente e curativo alle volte non è così scontato ed invece, abbiamo tutto quel che ci occorre per stare meglio in quella meraviglia che sta sotto al petto che si chiama diaframma e collabora energeticamente ed in modo impressionante con il cuore.

Da un punto di vista psico-fisico l’azione del cantare permette di far lavorare bene i polmoni, tonifica il diaframma e i muscoli intercostali promuovendo l'attività respiratoria. Studi recenti ne hanno dimostrato i benefici rispetto al ritmo sonno-veglia e, usare e modulare la voce, ha effetti anche sul cuore e sulla circolazione, migliorando la capacità aerobica e diminuendo la tensione muscolare. Cantare rinforza il sistema immunitario aumentando i livelli di endorfine, ha effetti molto positivi sui muscoli facciali e sulla postura, ed innegabilmente produce un miglioramento dell’autostima e del senso di autoefficacia, attraverso un aumento della consapevolezza corporea e vocale. Tutto questo diventa un vero nutrimento per corpo e anima con effetti sorprendenti a livello creativo ma soprattutto un potente cicatrizzante di ferite emotive specie dopo un lutto o la fine di un amore.

Ma l’aspetto più interessante è quello che il canto stabilisce una connessione tra le persone funzionando come collante “speciale”. Tra affinità, vibrazioni e sensibilità di individui anche apparentemente molto diversi tra loro. E' una vera arma contro l’isolamento, ma anche un allenamento a imparare, a “sentire” cantando, una modalità in cui ragione e cuore, quindi tecnica e anima, camminano insieme dando espressione alle varie forme d'arte, siano esse legate all'udito, alla vista, alla voce, al corpo, alla mente, all'anima, al cuore. E da questa convinzione è partita Carola Cora, critico formatore e trainer, che con il marito Andrea Ravizza, compositore e arrangiatore di nota fama, a Torino ha fondato la CC Musica e Cultura, un’associazione che si occupa di promuovere cultura, conoscenza musicale e personale e che ha come scuola di riferimento la CC Academy dove l’insegnamento del canto accompagna il percorso di apprendimento e la coscienza di sè e aiuta l’allievo a trovare ed essere se stesso.

Pensare, parlare, cantare, muoversi, suonare sono tutte discipline che richiedono attenzione e concentrazione attraverso la parte razionale ma espressione della propria creatività ed emotività attraverso quella inconscia, un gioco di alternanza ed equilibrio che porta il beneficio globale e, il metodo di Carola ed Andrea parte proprio da qui e dalla volontà di dare la possibilità a tutti di provare su se stessi quanto possa far bene cantare, ma soprattutto ad utilizzare la voce come straordinario strumento di comunicazione.

Ecco quindi che tutto non è solamente impostato su corsi tecnici legati al canto e alla musica ma è possibile partecipare a serate come “Stasera Io Canto in Libertà”, utili a conoscere il potere del canto dentro di noi e soprattutto a sentire e a far sentire la propria voce. E’, in buona sostanza, una serata strutturata per stare bene con se stessi, per conoscersi, alla quale si può partecipare ogni qualvolta lo si voglia prenotandosi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Quindi nessun obbligo di frequenza e nemmeno di cantare ma solo la libertà di passare una serata cantando e imparando con altre persone o semplicemente ascoltando. Un appuntamento dedicato a se stessi con un trainer che spiega come migliorarsi, come imparare al meglio la postura, la respirazione, la voce e come trovare la propria "centratura", una notevole possibilità per trovarsi una nuova “via d’uscita” accompagnati dalla musica, dall’arte, dalle sensazioni e dalle emozioni. Se ciò che ho scritto vi incuriosisce vi consiglio di approfondire maggiori dettagli andando sul sito www.ccacademy.it, perchè è bello verificare che abbiamo molti più strumenti a disposizione di quelli che ci possiamo immaginare per stare bene. E non è detto che tutte le “medicine” siano amare, in genere quelle per l’anima sono leggiadre e armoniose proprio come le note sullo spartito. Sappiamo ormai tutti molto bene che tutto ciò che fa bene all’anima fa bene anche al corpo e alla salute in generale, e ....“Chi canta spaventa tutti i mali...”(Miguel de Cervantes).

di Monica Piani

Saint Vincent

Il gruppo propone "standards" con arrangiamenti che evidenziano la soronità originale dei 3 strumenti che bene si amalgamano tra loro nonostante la mancanza "voluta" di uno strumento armonico.

La Repubblica - Un Jazz Ballroom al Procope

deata da Renato Gemonio che aveva mutuato il nome dallo storico locale di New Orleans per il suo proposito di "preservare e difendere il jazz classico" ma che, qualche tempo addietro, aveva dovuto cedere le armi poichè il locale che l'ospitava era divenuto inagibile pareva proprio che l'iniziativa fosse stata cancellata dal panorama musicale torinese.

Ci ha pensato invece il Café Procope....A tenere a battesimo l'iniziativa è stata chiamata la Easy Big Band .... offrirà il back ground alla voce della raffinata Carola Cora...

di Gian Carlo Roncaglia

Jazz Preservation Hall

Una bella Big Band che si ascolta sempre con vivissimo piacere ed una voce da Big Band entusiasmante. Carola Cora appartiene infatti a quella corbeille di vocalist che proprio sulle ali delle armonie delle sezioni, sanno dare il rendimento di maggior eccellenza; che swing da favola!

Renato Germonio

Teatro Juvarra Preservation Hall

Rinata la mitica Preservation Hall di Torino che per anni ha riproposto agli appassionati le musiche di quel jazz classico il quale, per decenni, fu simboleggiato dalle grandi orchestre. Se con il trascorrere dei decenni, le grandi formazioni via via si sciolsero, non mancano ancora esempi come quello della Easy Big Band che Gian Carlo Capolongo è riuscito a tenere unita con passione e amore sincero per il jazz.

Cinque sassofonisti, quattro trombe e altrettanti tromboni la compongono, assieme ad una vibrante sezione ritmica con piano, chitarra, basso e batteria e, a completare il succulento quadro musicale, c'è la vocalist Carola Cora, una elegante cantante che propone le sue interpretazioni dei più celebri tunes jazzistici. Temi celeberrimi come How high the moon o Hello Dolly, Round about midnight o Laura, Georgia on my mind o Two o'clock Jump caratterizzano il ricco repertorio dell'orchestra con arrangiamenti creati per essa dal pianista Andrea Ravizza o dal pater del jazz pedemontano Renato Germonio oltre che, naturalmente, da personaggi mitici come Ellington, Goodwin o Nash.

di Gian Carlo Roncaglia

Jazz Convention - Una Voce profonda fino all’Anima

Domanda retorica per i lettori di Jazz Convention, ma vediamo: alla parola ‘aperijazz", o "aperitivo in jazz", oppure anche "jazz aperitivo", quale potrebbe essere la parte evocativa prevalente, o il meccanismo primario e istintivo che fa scattare la scelta di essere presenti a questo genere di evento? Perché quando capita di assistere a un'esibizione musicale di assoluta classe è un pochino avvilente vederla ridotta a tappeto musicale per gli astanti a un happy hour: persone simpatiche e buontempone - senz'ombra di dubbio - ma che riescono ad affinare il proprio apparato valutativo solamente circa la qualità di pizzette e spumante, e qualcuno di loro, molto agghindato e un po' accalorato, non trova di meglio da fare che ridere forte disturbando chi suona, o stare in piedi a chiacchierare impedendo la visuale a chi è seduto tranquillo a godersi la musica...

Però che bisbetici questi critici... Realizzo e mi scuso. Ma è tale la rilevanza, in termini di bravura e presenza scenica di questo non molto pubblicizzato evento musicale, che vale la pena riflettere su certe scelte di comunicazione. Sul palco di un piacevolissimo cortile all'interno delle Officine Grandi Riparazioni di Torino - un'ex fabbrica simbolo della città i cui spazi sono stati riqualificati ad ospitare mostre e concerti - la bravissima cantante Carola Cora accompagnata da GianPaolo Petrini alla batteria, Andrea Ravizza alle tastiere, Loris Bertot al contrabbasso e Gianpiero Lo Bello alla tromba: se si esclude proprio Lo Bello, ecco la stessa formazione che troviamo nell'ultimo cd di Carola, "You & My Soul", dove alla tromba suona Pippo Colucci, al clarinetto e sax alto Valerio Signetto, al sax baritono e clarinetto basso Alessandro Data, al flauto Joulia Chorokhov. Un disco che vale veramente la pena segnalare, per la competenza, lo stile, le indiscusse capacità vocali di Carola e naturalmente per la caratura dei musicisti che l'accompagnano in questo viaggio (e, a proposito, davvero spettacolare la versione di Sea Journey da Chick Corea). Un bel disco e un buon prodotto, nato da un sogno ricorrente di Carola e di Andrea Ravizza, che ne cura gli arrangiamenti mai banali, proposti anche dal vivo come nel caso di Summertime in chiave funky, di Besame Mucho che in questa versione perde quella sensazione di "déjà écouté" e acquista in intensità, o di una inaspettatamente lineare Let It Be costruita come un brano jazz.

A questo si aggiunge un excursus tra le ballad più famose (All of Me, a cui fa seguito simmetricamente All of you, oppure I'll remember you, e ancora..) un pizzico di Monk (Suddenly), la brillante Route 66 e infine Lush Life (il brano che Carola sostiene di preferire). Interessante e intelligente la scelta di includere nelle note non solo i testi originali delle canzoni, ma anche la loro traduzione. Una toccante dedica alla madre e alcune belle foto raffiguranti le divertenti espressioni dei musicisti durante la session completano il quadro di un disco che racchiude alcuni momenti entusiasmanti. Non resta che attendere il nuovo progetto della cantante, che durante il concerto torinese ha voluto anticipare l'ascolto di qualche brano decisamente accattivante, composto da Andrea Ravizza. Una grande interprete e una donna molto sensibile, che cerca sempre modi originali per coinvolgere il pubblico, presenta i propri strumentisti con parole profonde e sincere, ringrazia persino il service e il fonico alla fine della performance. Non voglio dire che questo tipo di doti possa accrescere la tecnica di un artista, ma certo ne connota l'atteggiamento, le attitudini, quel "qualcosa in più" che dovrebbe indurre a voler sapere tutto su Carola Cora.

di Lorenza Cattadori

L’Osservatore - Ritratti

L’amore. Per la scuola e per la musica. L’amore è forse la chiave per leggere nella vita di Carola Cora, una delle discendenti della famiglia che ha lanciato il famoso Amaro, fiore all’occhiello di una città operosa e operaia, la Torino ricca anche di fantasia e creatività. L’appuntamento è commovente, i presenti partecipano con silenzioso trasporto.

Le sale riunite del Circolo della Stampa - Sporting ospitano la vocalist che rievoca un secolo di musica americana. L’accompagnano Saverio Miele al basso, Giuseppe Di Masi alla batteria e Andrea Ravizza, suo fidanzato, al piano. Un quartetto che rapisce e trascina: La voce calda di Carola arriva al cuore e sembra uscire dalle labbra di una colored. I toni passano dai bassi vibrati agli alti con pulita intensità e senza cedimenti. Ricorda per talune sfumature Sarah Vaughan. Il pubblico non dimenticherà quell’incontro pieno di magie vellutate.
Perché una cantante sceglie di fare anche la maestra elementare? È Il sogno, realizzato, che costruisco da quando sono piccola. Una passione per i bambini, come per la musica.

Che cosa dai e che cosa ricevi da loro?
Gratificazioni, amore ed allegria. Una sorta di silenzioso dare e avere.

Che cosa hai imparato dal nonno?
A capire e affrontare le prime parti che ti assegna la vita.

Da tuo padre?
La grinta, lui sì che è in gamba.

Tuo padre dice che sei solare ed entusiasta, credi in ciò che fai sia in aula sia sul palcoscenico?
Credo nella professionalità.

Un flash su tua madre?
Ho provato per lei un amore sconfinato.

Perché si è spenta la saga dei Cora come industriali?
Per onestà.

Secondo te che cosa significa la parola Cora nel panorama cittadino?
Credo i ricordi, spero dolci. E il marchio la famosa spirale. Non riferirti soltanto al logo Allora dico un pezzo di storia in Piemonte, in Italia, dopodichè nel mondo.

Se ti guardi indietro che cosa e chi vedi?
Una persona chiara, dinamica, entusiasta, affettuosa e poi tanti particolari in negativo. Come l’esagerazione nel dare, che a parer mio diventa spesso un difetto.

La musica è importante perché è un dono divino universale o perché ti permette di esibire un versante del tuo io?
Uno strumento meraviglioso di comunicazione.

La musica è più amore o più tristezza?
Generalmente più tristezza.

Perché, come la poesia, non è mai gioia?
Perché siamo più abituati a sentire il dolore che la gioia.

Mentre ti esibisci, ti rendi conto di entrare nell’anima delle persone, di rovistarvi dentro come un dolcissimo condor?
Mi capita spesso, poi c’è la serata in cui il feeling si stabilisce ma non ne hai la percezione. Infine, non sempre si è al massimo della forma.

Quali soddisfazioni mute ricavi dalle tue performance?
Sento addosso una gioia indescrivibile quando capisco che la comunicazione è collettiva e a 360°. Lo so dico cose scontate però è così. È come se la tua anima si fondesse con quella del pubblico.

Le note sono una medicina efficace per la vita, capaci di esorcizzare i mali o malesseri che ci tormentano. Sei d’accordo?
Secondo me sono basilari per dare un senso alle cose, un senso profondo, mai superficiale.

Il Natale è passato da poco, quale rilievo ha di solito nella tua vita?
Non è solo l’evento che si replica ogni anno e porta con sé meravigliosi significati: per me è soprattutto tornare bambina.

Che cosa ti aspettavi e che cosa ti è arrivato?
Amore, da spedire in ogni direzione e da ricevere da ogni dove.

Dalla famiglia e dalle persone care?
Amore lo stesso.

Hermann Hesse dice che senza amore di sé non è possibile neppure l’amore per gli altri.
Concordo, dunque mi piaccio molto per la parte interiore.

Che cosa pensi delle nuove generazioni?
Quello che è sicuro è che il mondo è dei giovani. Va come deve andare, nel senso che la storia non è mai scritta prima. Che piova o ci sia il sole, questa è la vita. Troppo facile attribuire colpe ad altri. Se ci sono responsabilità, sono di tutti.

Domattina affronti i tuoi scolari, oggi a che cosa pensi?
Spero di dare loro i valori che reputo importanti e che cerco di offrire ogni giorno, dall’amore all’educazione.

La parola amore ricorre spesso nei tuoi pensieri.
È in cima ai miei pensieri e non è una pazzia. Io amo la vita che è amore.

Sentimenti dunque più importanti dell’istinto?
No devono procedere di pari passo.

Carola Cora nasce a Torino il 16 marzo del 1968 dall’unione tra Margie, diminutivo di Margherita, e Piero. Ha una sorella, Anna, che suona il piano e che ha un bimbo di nome Federico. La saga dei Cora che inventano delizie in bottiglia comincia nel 1835. I fondatori sono Giuseppe e Luigi, i primi ad esportare il vermut nel mondo. Siamo nel 1838. Il genio sabaudo si espende anche grazie a loro, e la fantasia dei Cora espone e impone lo Spumante, l'Amaro e, infine, l'Americano. La famiglia tramanda idee e celebrità attraverso Enrico Cora, Piero che è il nonno del papà di Carola, Mario che è il nonno di Carola e infine Piero. Il sogno svanisce quando divampa nel mondo il problema dei coloranti: Papà Piero continua a confezionare lo stesso prodotto colorandolo naturalmente. Il pubblico è però preoccupato, gli avventori entrano nel supermercato e rifiutano di acquistare persino i chewing gum poiché ritenuti pericolosi a causa della superficie colorata. Siamo alla metà degli anni 70. Questa apprensione "sanitaria" induce i Cora a passare la mano. Carola frequenta le Scuole cattoliche, le Medie e le Magistrali fino ad arrivare al diploma. L'insegnamento è coltivato con passione fachiresca. Il primo brano musicale con cui si esibisce è 'Montagne Verdi'. Ha quattro anni appena, si accompagna con la chitarra ed è molto intonata. Trascorre l'infanzia con i libri in mano e il mangiadischi. Il fratello di sua nonna era un batterista, dunque il sangue buono non mente. Il primo complesso con cui va in giro a diffondere musica jazz è l'Easy Big Band. Il gruppo musicale più importante con il quale si esibisce è quello dei fratelli Chiara. Ha perfino l’onore di cantare in un complesso formato da 20 elementi. È stata ammirata al Piccolo Regio di Torino e ha riscosso grandi consensi in una tournée nella Repubblica Ceca e in Francia.

di Angelo Caroli

Torino Sette - LA STAMPA - Due Talenti Torinesi in vetrina alla Fnac di CH. AM.

Attraverso una voce straordinaria, Carola Cora abbraccia il calore del jazz e i ritmi incalzanti del funk e del latin.
Risultato di un intenso lavoro è “You & My Soul”, disco fresco di stampa che la cantante torinese presenta venerdì 11 alle 18 nello spazio incontri della Fnac di Grugliasco. Il Cd esce a nome di Carola Cora & Friends e include riletture tra le altre di “Summertime” di George Gershwin e “Let it be” dei Beatles...

ACI NEWS - Il primo Album della Cantante Jazz Torinese

Quando esce un nuovo CD per gli autori è sempre un’emozione. Grande deve essere stata quella suscitata dall’uscita del primo album inciso, dal titolo “You & My Soul”. E’ stato un quartetto torinese – formato dalla vocalist Carola Cora, dal pianista e arrangiatore Andrea Ravizza, dal contrabbassista Loris Bertot e dal batterista Gianpaolo Petrini – a dargli i natali. Tredici brani di ottima levatura, alcuni dei quali ben conosciuti, che Carola & Friends – come chiosa la copertina – hanno perfettamente interpretato.

Ne è nata così una fusione ideale tra la voce di Carola Cora (già nota per aver partecipato con il suo trio ai Festival del Jazz di Moncalieri 2006 e 2007) e l’esecuzione strumentale, grazie agli arrangiamenti particolari curati dallo stesso Andrea Ravizza, che hanno preso forma un anno fa e forse più, permettendo a Carola di raggiungere l’optimum consentito dalla sua bella voce, una sonorità decisamente matura. Da sottolineare poi – essendo questo disco dedicato a sua madre Margie, scomparsa ancor giovane qualche anno fa – che la vocalist e il suo compagno, Andrea Ravizza, hanno quasi interamente traslocato lo studio d’incisione da Torino nel parco de I Roveri a La Mandria, in casa Cora, per allontanarsi da un ambiente asettico e trovare quello più caldo e ricco di atmosfere familiari nei luoghi dove Carola, con la sua famiglia, ha trascorso la propria gioventù. Senza nulla sottrarre alla professionalità d’esecuzione. Al quartetto si sono affiancati altri musicisti di indubbio spessore, tecnico e spirituale. L’atmosfera dei luoghi ha indubbiamente contribuito alla riuscita dell’incisione, dal quale i brani ne escono rafforzati, densi di “sentimental sound”. Hanno contribuito alla riuscita dell’album la flautista russa Joulia Chorochov, il trombettista Pippo Colucci , l’alto sassofonista Valerio Signetto e Alessandro Data al clarinetto basso e sax baritono. Signetto e Data si sono alternati ai propri strumenti a seconda delle sonorità richieste dai brani, alcuni contraddistinti da ritmi brasiliani e sud americani.

di g.d.e - da